Che senso ha continuare a guardare e seguire il ciclismo?
In questi giorni ancora una volta un campione o presunto tale, uno di quelli che ti fa stare incollati al televisore per ammirare le sue imprese, un ciclista che sale sulle montagne come se stesse in moto, uno che detronizza tutti imponendosi con azioni di forza devastanti, è stato stoppato bruscamente per doping e con esso si sono stoppate tutte quelle speranze che con lui erano su quelle montagne ripidissime.
Il ciclismo è uno sport massacrante, dove l'uomo sembrerebbe solo con la natura e nonostante le biciclette sempre più tecnologiche, fa ancora tanta differenza perchè la pedalata la puo dare solo lui, almeno noi crediamo. Uno sport che non lascia tempo per il recupero e le tappe sono sempre più disumane per renderle più interessanti al pubblico ed il loro numero non diminuisce mai e forse è per questo che dietro le pressioni dei soliti sponsor i ragazzi che danno spettacolo, lo fanno in maniera illecita.
Che senso ha doparsi e vincere le gare sapendo di barare?
Che senso ha drogarsi sapendo che sicuramente all'antidoping si viene scoperti?
Ogni anno è la stessa storia, chi è al comando viene sempre squalificato perchè dopato, e poi anche il secondo e il terzo, e poi il quarto, quinto, sesto, insomma vince la corsa a tappe quasi chi arriva ultimo. Paradossalmente se prendessi una bicicletta e facessi una passeggiatina per le strade del tour de France fino alla fine con molta probabilità potrei pure vincerlo con 10 giorni di distacco.
Questa volta è toccato a Riccardo Riccò, ma non dimentichiamo Basso e lo stesso Pantani solo per citare qualche italiano ma ce ne sarebbero mille altri mostri sacri delle due ruote pedalate che son caduti nella rete del dramma.
Ormai il ciclismo è morto definitivamente e bisogna fare qualcosa per farlo risorgere. Cosa?
Pensando velocemente si potrebbe diminuire il numero delle tappe, accorciarle, limitare il numero di gare in un anno, far correre le tappe tra un giorno di recupero, insomma bisogna tener presente che si tratta comunque di uomini e che lo spettatore non va tradito.
Che senso ha stare davanti alla Tv a vedere cose finte? Perchè un appassionato dovrebbe perdere una giornata ad aspettare un ciclista che passa per 2 secondi nel tratto di strada dove si e' deciso di appostarsi per incitare. Ormai con questi controlli nessuno la può più fare franca ed allora perchè ci si dopa sapendo che al 90% si viene sbugiardati? Mi da l'idea che forse oggi conta solo far parlare di se nel bene e poi nel male e non conta più una sana e sportiva vittoria. Stupire e poi deludere!!
Qui sotto ci sta il video dell'impresa di Riccardo Riccò di qualche giorno prima quando la gente ha pianto e si è entusiasmata ed affezionata tifando a squarciagola.
Adesso il ciclista che rischia fino a 5 anni di reclusione, non può continuare la corsa ed anche la sua squadra in segno di solidarietà ha abbandonato il Tour de France (solidarietà per cosa poi?).
In questi giorni ancora una volta un campione o presunto tale, uno di quelli che ti fa stare incollati al televisore per ammirare le sue imprese, un ciclista che sale sulle montagne come se stesse in moto, uno che detronizza tutti imponendosi con azioni di forza devastanti, è stato stoppato bruscamente per doping e con esso si sono stoppate tutte quelle speranze che con lui erano su quelle montagne ripidissime.
Il ciclismo è uno sport massacrante, dove l'uomo sembrerebbe solo con la natura e nonostante le biciclette sempre più tecnologiche, fa ancora tanta differenza perchè la pedalata la puo dare solo lui, almeno noi crediamo. Uno sport che non lascia tempo per il recupero e le tappe sono sempre più disumane per renderle più interessanti al pubblico ed il loro numero non diminuisce mai e forse è per questo che dietro le pressioni dei soliti sponsor i ragazzi che danno spettacolo, lo fanno in maniera illecita.
Che senso ha doparsi e vincere le gare sapendo di barare?
Che senso ha drogarsi sapendo che sicuramente all'antidoping si viene scoperti?
Ogni anno è la stessa storia, chi è al comando viene sempre squalificato perchè dopato, e poi anche il secondo e il terzo, e poi il quarto, quinto, sesto, insomma vince la corsa a tappe quasi chi arriva ultimo. Paradossalmente se prendessi una bicicletta e facessi una passeggiatina per le strade del tour de France fino alla fine con molta probabilità potrei pure vincerlo con 10 giorni di distacco.
Questa volta è toccato a Riccardo Riccò, ma non dimentichiamo Basso e lo stesso Pantani solo per citare qualche italiano ma ce ne sarebbero mille altri mostri sacri delle due ruote pedalate che son caduti nella rete del dramma.
Ormai il ciclismo è morto definitivamente e bisogna fare qualcosa per farlo risorgere. Cosa?
Pensando velocemente si potrebbe diminuire il numero delle tappe, accorciarle, limitare il numero di gare in un anno, far correre le tappe tra un giorno di recupero, insomma bisogna tener presente che si tratta comunque di uomini e che lo spettatore non va tradito.
Che senso ha stare davanti alla Tv a vedere cose finte? Perchè un appassionato dovrebbe perdere una giornata ad aspettare un ciclista che passa per 2 secondi nel tratto di strada dove si e' deciso di appostarsi per incitare. Ormai con questi controlli nessuno la può più fare franca ed allora perchè ci si dopa sapendo che al 90% si viene sbugiardati? Mi da l'idea che forse oggi conta solo far parlare di se nel bene e poi nel male e non conta più una sana e sportiva vittoria. Stupire e poi deludere!!
Qui sotto ci sta il video dell'impresa di Riccardo Riccò di qualche giorno prima quando la gente ha pianto e si è entusiasmata ed affezionata tifando a squarciagola.
Adesso il ciclista che rischia fino a 5 anni di reclusione, non può continuare la corsa ed anche la sua squadra in segno di solidarietà ha abbandonato il Tour de France (solidarietà per cosa poi?).
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