Scrivere fiumi di parlole ,per esprimere concetti che altrimenti resterebbero segregati nel fondo della propria mente in stanze chiuse che per paura non si dischiudono mai, è un modo utile ed ingegnoso per far capire a tutti quello che meglio si crede.
Qualche volta i concetti sembrano interessanti e delle altre invece le frasi scorrono lente come se grattassero la lingua ingolfando un concetto banale ed inutile ma e' pure sempre un modo per sentirsi vivo.
Il tempo scorre veloce e l'inchiostro scarseggia sempre di piu' anche se noi di parole ne abbiamo ancora tante, diventiamo adulti e poi anziani ma di parlare abbiamo ancora voglia ma perdiamo l'abitudine a farci ascoltare e perdiamo talvolta l'entusiasmo.
Io mi sento forte e dominatore dei momenti che vivo e cerco spesso di comunicare parte di me a chi mi sta accanto e a chi con me interagisce quotidianamente.
Io penso spesso e cerco sempre di mettere nella mia mente solamente il futuro per avere ben preciso il progetto fatto anche se poi il passato resta importante per il bagaglio di esperienze. Cerco di non pensare a quello che ho fatto l'altro ieri e penso poco a ieri ma continuamente guardo al domani con attenzione.
Scrivo di notte e e scrivo di giorno senza mai finire e se la mia mente me lo comanda io imperterrito racconto, escogito sensazioni, analizzo problemi, rivedo situazioni, cambio punti di vista e regiono con inistenza sui concetti.
Voglio parlare e dire cose nuove e non fossilizzare l'attenzione sui soliti melodrammi che si ripetono sistematicamente come nanie tediose.
Qualche volta il passato si presenta davanti ad i miei occhi, e con stupore mi fermo quasi impietrito a guardarlo, e lo sento raccontato dagli altri che magari fingono entusiasmo e lo rivedo e qualche volta non mi piace.
Fiero delle mie azioni tendo a giustificare alcuni sbagli ma vorrei non perdonarmi alcune frasi dette o vorrei cancellare alcuni dialoghi ascoltati ma alla fine mi rendo conto che non posso.
Noi siamo tutti il frutto di errori commessi e di sbagli ravveduti, camminiamo tra insidie quotidiane cercando di combattere con la vita per accaparrarci il futuro con la speranza che questo sia unico. Io non lo voglio unico ma di sicuro diverso.
Il tempo qualche volta fa anche dimenticare cose importanti ma per qualche strano scherzo della natura, ci fa ricordare qualche episodio insignificante che quando fu vissuto sembrava un istante come tutti gli altri ma che invece poi diventa una icona da associare ad una persona, ad una sensazione, ad un dolore....
Allora io lo scrivo, lo fisso ancora di piu' nella mia mente senza essere per nulla nostalgico ma con la consapevolezza che un uomo ha bisogno di cose passate per essere tale, per essere diverso da un suo simile, per graffiare gli eventi presenti in maniera incisiva.
Mille mani nere tese nel terso cielo d'estate sembrano tutti quei rami secchi di alberi che stranamente sopravvivono senza foglie nei deserti sabbiosi dell'africa e mani nere sembriamo noi quando non abbiamo una meta e fermi ce ne stiamo in attesa degli eventi invece di aggredirli.
Io mi sento forte e dominatore dei momenti che vivo e cerco spesso di comunicare parte di me a chi mi sta accanto e a chi con me interagisce quotidianamente.
Io penso spesso e cerco sempre di mettere nella mia mente solamente il futuro per avere ben preciso il progetto fatto anche se poi il passato resta importante per il bagaglio di esperienze. Cerco di non pensare a quello che ho fatto l'altro ieri e penso poco a ieri ma continuamente guardo al domani con attenzione.
Scrivo di notte e e scrivo di giorno senza mai finire e se la mia mente me lo comanda io imperterrito racconto, escogito sensazioni, analizzo problemi, rivedo situazioni, cambio punti di vista e regiono con inistenza sui concetti.
Voglio parlare e dire cose nuove e non fossilizzare l'attenzione sui soliti melodrammi che si ripetono sistematicamente come nanie tediose.
Qualche volta il passato si presenta davanti ad i miei occhi, e con stupore mi fermo quasi impietrito a guardarlo, e lo sento raccontato dagli altri che magari fingono entusiasmo e lo rivedo e qualche volta non mi piace.
Fiero delle mie azioni tendo a giustificare alcuni sbagli ma vorrei non perdonarmi alcune frasi dette o vorrei cancellare alcuni dialoghi ascoltati ma alla fine mi rendo conto che non posso.
Noi siamo tutti il frutto di errori commessi e di sbagli ravveduti, camminiamo tra insidie quotidiane cercando di combattere con la vita per accaparrarci il futuro con la speranza che questo sia unico. Io non lo voglio unico ma di sicuro diverso.
Il tempo qualche volta fa anche dimenticare cose importanti ma per qualche strano scherzo della natura, ci fa ricordare qualche episodio insignificante che quando fu vissuto sembrava un istante come tutti gli altri ma che invece poi diventa una icona da associare ad una persona, ad una sensazione, ad un dolore....
Allora io lo scrivo, lo fisso ancora di piu' nella mia mente senza essere per nulla nostalgico ma con la consapevolezza che un uomo ha bisogno di cose passate per essere tale, per essere diverso da un suo simile, per graffiare gli eventi presenti in maniera incisiva.
Mille mani nere tese nel terso cielo d'estate sembrano tutti quei rami secchi di alberi che stranamente sopravvivono senza foglie nei deserti sabbiosi dell'africa e mani nere sembriamo noi quando non abbiamo una meta e fermi ce ne stiamo in attesa degli eventi invece di aggredirli.
Io questo lo scrivo perchè lo voglio gridare a te che leggi che magari mi conosci ed anche a te che non mi conosci.
.....e voi invece non la pensate come me?