17 novembre 2006

Bari-Napoli 0-1

Ci sono momenti in cui l'appartenenza ad una cultura, a dei colori, ad un popolo o piu' semplicemente ad una moltitudine di persone, conta di piu'.
Ci sono giorni in cui non si puo' fare a meno di far esplodere quello che si ha nel cuore e virtualmente ci si abbraccia forte in un lungo sospiro e ad occhi chiusi si rivive la sensazione di benessere collettivo che un evento ha determinato.Non esistono piu' barriere e conta solo l'esultanza, conta solo essere stati fortunati per essere riusciti a vivere quell'istante unico.
Quando questa estate l'Italia ha vinto i mondiali di calcio battendo la Francia in una finale palpitante eravamo tutti uniti in un sol grido di gloria e per un attimo abbiamo dimenticato le diversità politiche e gli scontri quotidiani e siamo diventati Italiani, orgogliosi di esserlo per un motivo in più. Gioia incommensurabile e palpitazioni esagerate hanno pervaso le nostre membra fino all'ultimo secondo della partita e dopo ubriachi di sorrisi eravamo tutti vincitori. La stessa cosa ho provato l'altro giorno, in piccolo, quando il Napoli ha vinto a Bari per 1-0 dopo una partita sofferta in uno stadio che aveva promesso vendetta ed invece ha subito un'ennesima delusione.
Le bandiere azzurre del mio cuore hanno sventolato piu' in alto e nonostante la mia palese fede partenopea in questi giorni e' piu' bello essere napoletani. Una città martoriata dalla malavita e dall'inciviltà di pochi che diffamano i tanti lavoratori onesti che sgobbano ogni giorno per vivere, una città oggetto di mille discussioni di carattere etico politico e culturale che nonostante una storia di estremo lustro non riesce piu' ad emergere dal bassofondo in cui e' terminata.
Ed allora oggi essere di Napoli, almeno per me, è piu' bello.
Uscire di casa ed incontrare tutti gli amici bianco-rossi che cercano scuse per lenire il dolore della sconfitta ma che invece sanno di dover tacere fino all'incontro di ritorno è una soddisfazione unica, portare la sciarpa al collo della squadra vittoriosa è davvero speciale. Intendiamoci non ho un risentimento verso Bari, che stimo e rispetto visto che l'ho scelta per viverci, ma quando si tifa per una squadra non ci sono compromessi o preferenze che tengano.
Mi piace la rivalità sana fatta di sfottò e prese in giro ma sono estremamente contrario a coloro che utilizzano lo sport in genere come mezzo per sfogare le frustrazioni accumulate in settimana alimentando odio e rancore verso tifosi che qualche mese prima erano tutti tricolori. Napoletani e Leccesi, Baresi e Milanesi , Palermitani e Bolognesi e Fiorentini insieme ai Romani erano tutti uniti ed abbracciati a tifare gli azzurri impegnati in germania ed hanno persino pianto dalla contentezza al gol di Grosso contro la Germania in semifinale ed ora come se l'incanto fosse terminato tornano ad odiarsi e son pronti anche a morire stupidamente nel nome di nulla.
Andare allo stadio dovrebbe significare armonia, spensieratezza e voglia di cantare e tornare a casa festanti o mogi ma sempre nel rispetto dell'avversario e questo invece non sempre viene atteso.
Il Napoli ha vinto la sfida di andata e per ora mi godo questa vittoria insignificante ai fini della classifica ma fondamentale ai fini della sopravvivenza nella città. Chi sa quanti mi avrebbero riempito di battute se ci fosse stata una eventuale sconfitta ed invece questa volta canto io.
Ci sono giorni in cui essere tifosi di una squadra vale piu' di ogni cosa e farlo vedere agli altri ha un significato che va oltre la semplice vittoria sportiva. La curva che si accende e i cori che s'intonano, la gente rumoreggia e i fumogeni fanno da cornice allo spettacolo sul tappeto verde. Una partita non bella ma pregna di significato. Tutto d'un tratto il silenzio cala gelido sul SanNicola di Bari perchè Calaio con un precisissimo sinistro trafigge l'incolpevole Gillet. Napoli esulta e per un attimo forse mette da parte i suoi limiti e si gode il momento.....
......che succederà al SanPaolo di Napoli ? Staremo a vedere.

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