09 maggio 2007

(83).. una vita rubata e poi restituita

- LONDRA -
"John Brandrick non ha avuto dubbi: quando i medici lo hanno dato per moribondo si e' goduto la fine sperperando tutti risparmi . Dopo un anno ha scoperto che la diagnosi era sbagliata, si trattava di una semplice pancreatite, e deciso di fare causa all'ospedale inglese di Newquay. Brandrick, 62 anni, certo di avere un cancro al pancreas, si era licenziato dal lavoro, smettendo di pagare il mutuo e godendosi con la compagna notti di passione in alberghi di lusso."

Oggi desidero commentare questa notizia che ho letto da qualche ora.
Innanzitutto credo che il signor John ha fatto quello che molti di noi dicono di voler fare se dovessimo trovarci nella stessa situazione, ma siamo sicuri che poi messi alla prova, all'atto pratico faremmo la stessa cosa? Dopo aver ragionato qualche giorno in merito al proprio destino sulla terra il sessantaduenne decide di darsi alla pazza gioia, forse per dimenticare o forse per tenere sempre bene a mente il suo male e per un senso di rivalsa verso il destino crudele decide di godere delle sue fortune accumulate. Difficile trovare il sorriso e la forza di viaggiare quando il peso di una notizia del genere ti piomba addosso, tutto sembra cambiare e le cose appaiono in modo differente. Si incomincia ad apprezzare ogni minimo particolare che la vita ci regala ed un giorno viene accolto come fosse il più bello. Si agisce senza tener molto conto delle conseguenze perchè tanto alla fine la punizione più grande l'abbiamo già ascoltata, non si pensa al futuro ma si analizza il presente senza guardare il passato.
Un viaggio lunghissimo, il signor John Brandrick, ha deciso di fare con la sua compagna ed ha speso ogni cosa utilizzando quel denaro, magari difficilmente accumulato con anni di sacrifici, e lo sperperava senza remore.
Sicuramente è giusto non essere lungimiranti in questo caso perchè non avrebbe senso preoccuparsi se il giorno dopo probabilmente non ci si sveglia più ma inevitabilmente, poi, ci si trova in forte imbarazzo quando la notizia più sconcertante diventa quella che avresti sempre desiderato sentire, quella della tua guarigione o meglio ancora proprio dell'assenza del male. Gioire per una vita restituita ed erroneamente rubataci dall'ignoranza di dottori frettolosi e poco competenti, oppure essere tristi e sconcertati perchè ridotti sul lastrico? Un dilemma atroce che porta John a fare causa
per riavere il proprio denaro incautamente speso in virtu di una notizia infondata.
E se dovesse vincere la causa?....chiudo gli occhi e provo ad immaginare : prima sono addolorato e sconfortato, poi improvvisamente decido di spendere tutto per non portarmi al cimitero i soldi, poi quando ho speso tutto si scopre che la diagnosi è sbagliata e gioisco amaramente sapendo che vivro' partendo da zero ed allora faccio causa sperando di vincerla per riavere i soldi senza restituire i momenti magici di lusso sfrenato.
Le cose andrebbero viste secondo ottiche diverse e solo così facendo potremmo renderci conto che basterebbe analizzare con attenzione una problematica per cambiare punto di vista e rendere meno gravosi i problemi anche se correremmo il rischio di rendere meno gloriosa la gioia.
A questo punto la mia domanda è la seguente : "è giusto regalare un immenso dolore ad una persona senza fare delle approfondite analisi ?". Io non accetto errori di questo tipo quando si spendono milioni di euro per la ricerca e per i macchinari ospedalieri che dovrebbero avere il compito di rendere il piu' certo possibile ogni diagnosi.
Un uomo derubato della sua stessa vita e poi come se nulla fosse accaduto , questa gli viene nuovamente restituita.
Forse avendo visto la morte con i propri occhi, quest'uomo, potrebbe aver avuto in dono la saggezza della relatività e vivrebbe con la consapevolezza di poter meglio di chiunque apprezzare con maggior entusiasmo le frasi che prima lasciava cadere , gli oggetti senza significato, gli atteggiamenti che non portano a nulla.
Forse però non è giusto appropriarsi della mente di qualcuno e svuotarla a piacimento per poi ricomporla qualche mese dopo. Ogni secondo passa piu' inesorabile quando sai che la tua vita sta volgendo al termine, ogni notte diventa sempre più corta e ogni giorno diventa sempre più rovente. Interrompere ogni forma di abitudine prestabilita e iniziare una nuova breve vita, questo sembrerebbe l'imperativo da seguire.
...e se questo fosse il momento di iniziare "second Life"? ...e se invece ci svegliandoci ci rendiamo conto che John è solo un tizio nel quale ci siamo voluti immedesimare in "second Life"?
Di certo nessuno farebbe il dottore che sbaglia la diagnosi perchè saprebbe benissimo che una parola detta non correttamente potrebbe far morire, anche solo virtualmente, un utente innocente che ha diritto ad essere libero e spensierato. Adesso il povero John ha una vita in più ma tanti soldi in meno ...
...assurdo e allo stesso tempo eticamente ingiusto. Vergogna !!

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