
Il sole scalda il suo viso, le mani nelle tasche di un vecchio pantalone rattoppato passato di moda e i piedi fissi, quasi di cemento, non muove un passo. Nessuno ad attenderlo e solo dopo cinquant'anni se ne resta con la libertà nella valigia virtuale di una vita lacerata che mai più potra riacciuffare.
I suoi occhi vedono tutto diverso da come aveva lasciato, nemmeno quel chiosco di limonate all'angolo è rimasto come una volta, adesso hanno costruito una metropolitana. Gente che corre frettolosamente senza curarsi di nessuno, automobili che fanno rumore, corrono e fumano.
Dentro la vita era difficile ma col passar dei giorni si era abituato, viveva felice con gli amici galeotti, faceva un piccolo lavoretto per loro e si sentiva importante e nei giorni di afa gli capitava di fermarsi e pensare a come sarebbe stato bello stare fuori, tra la gente comune, e camminare senza eseguire gli ordini , senza rispettare gli orari , senza essere imprigionato. Voleva tornare in quel casolare che aveva lasciato e restaurarlo, dipingere le pareti e comprare nuovi mobili per renderlo ancora piu' accogliente e sorseggiare un buon the caldo nel buoi del soggiorno seduto accanto alla finestra che dava sul giardino e con il calore emanato dal camino alla sua destra.
Fantasticava e dormiva in cella, da solo ma circondato da tanti amici ma adesso quella tanto agoniata libertà l'ha ottenuta ma non la desidera più, non ha più familiari e tutti gli amici che aveva da giovane son tutti morti, nemmeno un nipote si è ricordato della sua esistenza. Solo e senza meta muove il primo passo con la stessa paura che ebbe quel giorno quando fu condannato, ed abbandona il carcere alle sue spalle escogitando nella mente il modo o la scusa per potervi rientrare.
Il casolare ci sta ancora ma la terra che lo circondava ormai è arida, stepposa, e gli alberi secchi e quell'altalena che costruì per i nipotini è mossa dal vento ma non ha vita, non ha senso, non ha luce.
Cinquant'anni fa iniziò a pagar eper una colpa non sua ma poichè no poteva permettersi un avvocato si abbandonò a questa decisione ingiusta ma qualche tempo dopo, poichè non riusciva a sopportare di essere stato ammanettato e derubato della propria esistenza per mano di un giudice superficiale decise di fare qualcosa di grave che giustificasse la pena da scontare. Un uomo incolpevole che si rende colpevole e che viene addomesticato in un carcere e rilasciato dopo mezzo secolo, quando fuori il mondo è diventato una giungla.
Immaginate un leone che viene cresciuto in una gabbia di uno zoo e lasciato nella foresta dopo tanto tempo, credete sappia cacciare? Credete sappia difendere il territorio? La risposta è sempliciemente NO.
Il vecchio signore è allo sbando, non riesce nemmeno a piangere, non vuole attraversare la strada ed ogni tanto spera che qualcuni gridi forte il suo nome per destarlo dal brutto incubo e gli ridoni la voglia di vivere che aveva qualche attimo fa, imprigionato e pieno di ritmicadenzati.
Tutto è relativo. dunque, tutto viene rapportato a qualcosa che se analizzata ti fa rendere conto che tutte le sofferenze o le angosce potrebbero svanire in un niente se solo si riuscisse a trovare la chiave giusta con calma e lucidità.
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