12 aprile 2006

F.Goya :"il Panico" Prado Madrid. Riproduzione by zHeNjo

In una timida giornata apparentemente anonima mi aggiravo tra gli ampissimi corridoi del museo del Prado di Madrid dove tra le varie opere che sovrastavano il mio capo che pesante ciondolava da una parte e dall'altra per non perdere nemmeno un colore, nemmeno una cenno.
Improvvisamente vengo attratto da un quadro dipinto da Francisco Goya, grande artista che nel 1808 nell'ultima parte della sua vita decise di testimoniare le tragiche vicende che sconvolsero l''Europa dopo la caduta dei governi assoluti ed il turbine delle guerre Napoleoniche.
Il titolo del quadro è "Il Panico".
Rimasi ad ammirarlo per parecchi minuti e ne rimasi impressionato dalla maestosità ed avvilito dopo essermi immedesimato nel suo significato.
Il Colosso, visione fantastica in un cielo plumbeo, sta a significare la ferocia della guerra che terrorizza la popolazione che impotente fugge ma che nulla puo' dinnanzi a cotanta invadenza.
Un Colosso immaginario che devasta le menti ed attacca i feriti corpi di persone che inermi giacciono sulle freddi terre aride di campagne arse e saccheggiate da coloro che la guerra la combattono attivamente ai danni di quelli che pacificamente aspettano di essere offesi e depredati.
Nel 2002 decisi di riprodurre questa opera che tanto mi sorprese e con i colori a cera su semplice foglio da disegno incominciai a tracciare le prime linee imperfette. Tinte scure il puo' fedele possibile all'originale e quasi chiudendo gli occhi aumentavo o diminuivo la pressione delle dita quasi a voler indicare in che punto la crudeltà avrebbe dovuto evidenziarsi e in quale altro meno.
Nell'Originale in basso, ai piedi del Colosso immaginario dai contorni appositamente non definiti, si vedono migliaia di persone scappare con i loro carri per trovare rifugi, ma da me non e' stata riprodotta questa parte significativa e solo alla fine ne ho immaginato il motivo.
Probabilmente ero piu' interessato alla raffigurazione geniale della guerra che il Goya ha avuto che al resto che appariva banale e scontato. Nel complesso è un quadro che ha significati profondi che andrebbero al di la delle solite cose scontate che si dicono sulla guerra e sulla sua crudeltà ma che andrebbero invece analizzate più approfonditamente.

In un mondo frenetico e cinico come quello che viviamo difficilmente ci fermiamo ad ascoltare quello che il prossimo ha da dirci, difficilmente analizziamo con attenzione il problema altrui ma ci chiudiamo in noi stessi con la speranza di essere sempre i primi a tagliare i vari traguardi che l'esistenza ci regala.
Allora esistono posti dove il silenzio e la concentrazione la fanno da padroni e la calma che si infonde nel corpo spinge oltre il solito mondo dell'apparenza, chi desidera farlo. Un bLog per pensare, un bLog per far capire, un bLog per esistere anche in forma diversa da quella che l'esteriorità ci detta ed i canoni ci impongono. Tutti viviamo in contesti diversi ed in funzione di quelli ci muoviamo con diplomazia oppure senza scrupoli ma qui si e' statici fisicamente ma con la mente aperta e funzionante. Qualcuno si meraviglia per le cose che scrivo e per come le scrivo, ma io no perchè so che sono io e so che posso farlo quando piu' lo desidero. Qualche volta il silenzio della vita reale trafigge piu' di ogni cosa ma di certo qui il silenzio sarebbe un insulto ben diverso, sarebbe un affronto alla liberta di esistere, un affronto alla possibilità che ci si e' dati di essere liberi.
Tutto questo non potrebbe pero' esistere se quel colosso dipinto in modo cosi splendido da f.Goya ci costringesse a metterci in fuga allarmano il nostro essere e la convinzione di esistere verrebbe sempre meno amplificata ed anzi soffocata dalla semplice volontà di sopravvivere.
Vita è espressione libera di un carattere in qualsiasi modo lo si faccia e non importa come e dove l'importante è che si abbia la strada e la chiave giusta per accedevi.

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